accetto volentieri l'incarico di relazionarvi sul sigaro toscano e sulle indiscrezioni circa un suo prossimo ritiro dal mercato.
Dalle mie indagini è risultato quanto segue:

E sembra il titolo di un film apocalittico: 2010, la fine di una leggenda. La leggenda in questione è un sigaro. O meglio «Il Sigaro », il Toscano, tabacco kentucky coltivato in Italia, con amore e passione di altri tempi. Un must, un doc, una prelibatezza indicibile, raccontano i fumatori, un mito dei nostri tempi. Entro il 2010, tagli ai finanziamenti comunitari (90 milioni di euro circa), rischiano di annientare i coltivatori di tabacco italiani e le colture di qualità con le quali si fa il Toscano. «Un problema gravissimo, perché 65 mila tra produttori e lavoratori dellindotto rischiano di perdere il lavoro e lItalia il vero sigaro di qualità», segnala duramente Gabriele Zippilli, presidente dellAssociazione dei coltivatori di tabacco dellItalia centrale. Dopo la denuncia e linterrogazione nel consiglio regionale della Toscana di due esponenti di An, i coltivatori, insieme a una delegazione dei Verdi, la prossima settimana (da Lunedì 26 in poi) andranno a Bruxelles. Chiederanno agli europarlamentari di ripensare ai tagli e in cambio dellattenzione regaleranno loro un Sigaro doc. Liniziativa si chiama «Non mandare i Toscani in fumo» e sarà linizio di una battaglia durissima per far sopravvivere non tanto il marchioche continuerà a regnare prospero anche dopo il 2010ma, cosa più importante, la qualità, oggi altissima. Basti pensare che l80% del tabacco della Manifatture Sigaro Toscano, la società del gruppo Maccaferri che oggi produce i sigari, è italiana. A vigilare sul tabacco nostrano (prodotto in Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Veneto) cè pure unUniversità prestigiosa, quella di Pisa. «Da decenni monitoriamo la qualità del tabacco dei Sigari Toscaniconferma Sergio Miele, professore ordinario del Dipartimento di agronomia dellateneo pisano che oggi ha raggiunto un livello altissimo, certamente il migliore al mondo ed è di una tipologia unica e irripetibile». A guidare la delegazione in missione a Bruxelles, formata da coltivatori e produttori, ci sarà Fabio Roggiolani, leader dei Verdi toscani, già presidente della Commissione agricoltura. «I dati parlano chiaro dice Roggiolani nel 2006 i minor incentivi comunitari hanno provocato un calo della coltivazione del kentucky del 18%. Siamo passati da 4.190 a 3. 450 tonnellate prodotte e per questanno si parla di un ulteriore diminuzione del 20%. Il fumo fa male e va combattuto, ma il Sigaro Toscano è unaltra cosa e unicona della nostra biodiversità ». Meno allarmata la Manifattura Sigaro Toscano. Il business, almeno quello, va a gonfie vele. Nel 2006 il fatturato ha superato i 60 milioni di euro e sono stati prodotti 110 milioni di sigari di diciotto qualità differenti. «Come sempre siamo accanto ai coltivatori dice Andrea Marazzi, direttore generale della società , ma siamo certi che anche dopo il 2010 la produzione di kentucky per i Sigari Toscani sarà di alta qualità. Nelle nostre manifatture si miscelano in progressione stock di materie prime di oltre 3 anni. In questo modo ci cauteliamo da eventuali raccolti non soddisfacenti ».
Questo articolo, che io ho riadattato per la pubblicazione sul blog e sul forum, è apparso sul Corriere della Sera del 21 Novembre scorso a firma di Marco Gasperetti.
Ma ora permettetemi cortesemente di raccontarvi meglio cos'è e come nasce il Sigaro Toscano, la sua storia.

Una Famiglia elegante quella del Sigaro Toscano, nobile ed esclusiva e comunque non aristocratica. Aperta e disponibile verso ogni tipo di fumatore. Sigari, con varianti e produzioni limitate, che hanno caratteristiche e personalità proprie, uniche ed ricercati come "Il Moro",
quelli Fatti a Mano, i più pregiati, come "l'Originale" scelto e selezionato con cura, creato anche nella pregiata Versione "Selected" e di qualità non comune il "Millennium", pezzo da collezione.
Poi i sigari di Tradizione pura, come il "Garibaldi", "l'Antico", "l'ExtraVecchio" e "l'Antica Riserva" nelle loro peculiari forme decise. Infine gli Ammezzati, di cui i "Garibaldi", i "Toscanelli" e lo "Speciale" che insieme ci avvicinano alla storia, sia nell'origine che nel nome.
Per chi, invece, è alla ricerca di gusti e sapori vari, i sigari "Senesi",
dal gusto morbido e vellutato, infine gli Aromatizzati "Anice", "Caffè" e "Grappa" per i palati più giovani ed i Sigaretti, naturali e aromatizzati.
Il Toscano è espressione e comunicazione, genuino, spontaneo, leale, la sua fumata non ha eguali. Non solo sa di Toscanità, ma sa di Storia.
Quella che lo ha visto nascere agli inizi dell'Ottocento e quella che lo vede in primis ancora oggi, è la complicità che riesce a creare con il fumatore, coinvolgendone tutti i sensi: vista, tatto, gusto, olfatto e udito. Con la sua identità forte e unica che non lascia vie di mezzo: O si Ama, O si Odia...
(liberamente tratto da www.tabaccheria21.net) Scritto da Fanfulla Da Lodi